La Cosmesi è un settore di punta il cui giro d'affari ha superato i 318 miliardi di dollari nel 2013. Le biotecnologie applicate in questo campo stanno lavorando su tecniche e prodotti
che rendano più semplice ed efficace l’utilizzo dei cosmetici, producendo anche una mole di strumenti che persegue il miglioramento dello stato di salute della pelle e la lotta all'invecchiamento.
Durante la prima Conferenza Nazionale sulla Cosmetologia (LINK), si è fatto il punto riguardo lo sviluppo e la ricerca dei cosmeceutici, prodotti che integrano proprietà e azioni farmaceutiche a quelle di cosmesi. In particolare, si è tenuto un approfondimento sull'utilizzo dell’acido ialuronico in questo settore. Avendo proprietà idratanti,
lubrificanti e azioni di riempimento, questo viene utilizzato molto nella zona
viso-collo-contorno occhi per mantenere elastica la pelle. Purtroppo ogni giorno il nostro organismo ne distrugge 5 grammi
(nel corso di un processo chiamato ialuronidasi), causando
effetti cutanei più o meni vistosi in base all'età e al tipo di epidermide. Nella pelle è concentrato il 56% dell’acido ialuronico
del nostro organismo, soprattutto nella zona viso-collo (7,65 milligrammi) che,
quindi, ogni giorno subisce il processo di ialuronidasi. Per bloccare questa
azione, si utilizzano creme che prolungano l’azione dell’acido ialuronico come l’Ascorbil palmitato.
Molte persone oggi ricorrono a tecniche Dermal filler:
iniezione di materiali (o impianti) per trattare rughe cutanee, cicatrici infossate o per l'aumento dei volumi di labbra, zigomi e guance.
La nuova frontiera dei filler riguarda il loro utilizzo non più soltanto per piccoli limitati ritocchi, ma in una visione più globale della bellezza. Lo scopo finale dell'intervento del medico estetico è infatti quello di rendere il viso più giovane, senza eccessi.
Sebbene ne esistano in commercio moltissimi, ognuno di essi presenta vantaggi e svantaggi specifici. Quelli che noi utilizziamo più frequentemente per naturalezza
dei risultati, per scarsa reattività e per buona durata sono:
- l'acido ialuronico in diverse forme;
- l'acido polilattico;
- l'idrossiapatite;
- grasso autologo.
Tutti questi filler vengono iniettati localmente nell'area da
trattare e la maggior parte di essi consente di ottenere un effetto temporaneo,
di durata variabile e dipendente dal tipo di materiale impiegato.
In base alla loro origine possono essere suddivisi in:
- Eterologhi;
- Omologhi;
- Autologhi;
- Sintetici.
Mentre in base alla loro durata si possono classificare
in:
- Temporanei;
- Semi-permanenti;
- Permanenti.
Il principale filler di sintesi temporaneo oggi utilizzato in Europa è l'acido ialuronico. Esso è prodotto per sintesi batterica. Poiché questo
è un normale componente polisaccaridico dei tessuti non si verificano reazioni
allergiche al materiale quando viene iniettato per la correzione di
inestetismi.
http://chirurgiaesteticascim.blogspot.it/2013/01/blog-post.html
Per quanto riguarda altri prodotti la compagnia Living Proof, nata da un'iniziativa di ricercatori del MIT di Boston, con sede a Cambridge, ha immesso sul mercato Strateris, un composto a base di polimeri e siliconi cross linkati (sostanze che si fondono con la pelle rassodandola) (LINK) che toglie la stanchezza dagli occhi, spiana le rughe e riduce le borse: una sorta di cerotto, che nel contempo non occlude la pelle e mantiene l’idratazione.
Tra i più recenti ingredienti si hanno molecole ad azione sbiancante ricavate dalle
alghe brune dell’arcipelago francese di Brehat che ridurrebbero l’espressione
di geni, enzimi e proteine coinvolte nella sintesi della melanina; una
miscela di iris, vitamina A e selenio è invece impiegata per ridurre le imperfezioni e i pori
dilatati. Il caviar lime, ovvero i frutti dell’agrume Citrus australiasica,
molto simili al caviale, son impiegati per azioni esfolianti leggere. Premiati
anche gli estratti dalle alghe che spuntano nella neve artica, prodotte in
Svizzera con procedura biotecnologica, senza prelevarle nei luoghi in cui
crescono naturalmente, ma coltivate in reattori di vetro dai quali si
estraggono le cellule in grado di stimolare – a detta dei ricercatori – il gene
della longevità: ‘Klotho’.
Alghe e minerali marini, piante di costa, fanghi salati,
conchiglie, gusci, pesci e uova di pesce sono i nuovi elisir di giovinezza
introdotti nelle creme di ultima generazione (LINK). L'uso di ingredienti di bellezza ricavati dalle coste, da fondi
marini e dagli oceani aumenta in modo esponenziale rischiando di compromettere
ulteriormente l'ecosistema marino, gia' fortemente sfruttato dall'industria
alimentare in modo intensivo.
Ma le cose stanno cambiando, le industrie cosmetiche più attente alla sostenibilità ambientale si rivolgono ora a produttori alternativi di ingredienti marini, si legge nell'ultimo rapporto di Organic Monitor, società inglese di ricerche di mercato specializzata in sostenibilità delle implicazioni ambientali delle risorse marine. Gli ingredienti marini sempre più richiesti dalle industrie della bellezza provengono infatti da società che li ricavano esclusivamente da sistemi di allevamento ed acquacoltura, come ad esempio i salmoni impiegati della norvegese AquaBioTechnology o le alghe della tedesca OceanBasis che le coltiva nel Mar Baltico.
Nuovi ceppi di alghe ricche in vitamine e minerali e messe a
punto per applicazioni cosmetiche sono state appena create anche nei laboratori
della company americana Heliae, invece che strappate dal mare. Infine societa' come Lipotec e BitechMarine sfruttano processi di
biotecnologia per raccogliere attivi di bellezza da risorse marine.
Ed ecco un altro contributo nuovo e interessante. Bravo Pierluigi! Se ti va, potresti partire da: "La Cosmesi..." eliminando il preambolo con il primo link (ben fatto, intendiamoci, ma inessenziale) e introducendo un approfondimento riguardante una ricerca sui Dermal filler, laddove ne parli. Che ne dici?
RispondiEliminaEcco fatto Prof. Buona serata !
RispondiEliminaWell done!
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