La Fitorimediazione (LINK) è un processo biologico che, attraverso l'attività di organismi vegetali, rimuove gli inquinanti dal suolo, dai sedimenti e dalle acque.
da: http://www.corriere.it/Primo_Piano/ambiente/2012/05/28/pop_fito.shtml |
Le sostanze che inquinano l'ambiente e contaminano il suolo sono composti organici ed inorganici, metalli pesanti quali piombo, cadmio, nickel, zinco e sostanze prodotte sinteticamente come le xenobiotiche. Le
piante
promuovono
una
grande
varietà
di
processi
biologici
che
vengono
sfruttati
per
la
bonifica
di
aree
inquinate:
- estrazione dei metalli e delle sostanze organiche dal suolo
- accumulo e trasformazione dei composti per mezzo di: lignificazione, volatilizzazione, metabolizzazione e mineralizzazione
- utilizzo di enzimi per scindere sostanze complesse in composti più semplici.
Le piante che vengono utilizzate nei trattamenti della Fitorimediazione hanno particolari caratteristiche ovvero resistono alle alte concentrazioni di composti organici ed inorganici e ai metalli; esse sono capaci di assorbire tali inquinanti e trasformarli in altri composti meno tossici, e in alcuni casi riescono a degradarli completamente grazie al rilascio da parte delle piante di "essudati radicali", enzimi
e
composti
chimici
del
carbonio;
essi stimolano
la
degradazione
dei
composti
organici
nella
rizosfera
(porzione
di
sottosuolo
in
prossimità
dell’apparato
radicale).
In
altre
parole,
le
sostanze
rilasciate
dalle
radici
delle
piante
facilitano
e
potenziano
l’attività
di
degradazione
svolta
dai
microrganismi
presenti
nella
rizosfera.
Le specie di piante maggiormente utilizzate nei trattamenti della Fitorimediazione sono :
• Alberi da Pioppo: fungono da "pompe naturali" in quanto assorbono i pesticidi ed erbicidi tossici dalle falde acquifere.
• Tra i pioppi, le specie più adatte sono Populus deltoides e Populus trichocarpa.
Tipologie di Fitorimediazione
La Rizodegradazione è applicabile
nel
caso
di
contaminanti
organici
e
di
idrocarburi
petroliferi.
Nel
processo
di
Fitostabilizzazione,
l'immobilizzazione dei contaminanti ne
impedisce
la
migrazione
nelle
acque
sotterranee
o
l’ingresso
nella
catena
alimentare.
Con
la
Fitoaccumulazione
gli
inquinanti
non
vengono
distrutti
ma si
accumulano
nei
tessuti
della
pianta.
Questo
metodo
è
utilizzato
prevalentemente
nel
caso
di
contaminazioni
da
metalli
pesanti.
Vi sono alcuni fattori che influenzano l'attività dei vegetali impiegati in quanto devono trovarsi in un terreno con le condizioni adatte; questi fattori sono: il pH e la tessitura del terreno, la concentrazione di sodio, la potenza di irrigazione.
Quali i limiti?
Uno
dei
limiti
della
fitorimediazione
è
la
necessità
di
tempi
molto
lunghi
per
la
realizzazione
e
il completamento
del
processo.
Infatti
per
ottenere
una
significativa
riduzione
dei
livelli
di
concentrazione
delle
sostanze
contaminanti
occorrono
tempi
estremamente
lunghi,
variabili
dall’ordine
dei
mesi
fino
alle
decine
di
anni. L'efficacia dà però eccellenti risultati in quanto la fitorimediazione è adatta anche laddove ci sono alti livelli di contaminazione.
Un altro limite è la
potenziale
introduzione
di
sostanze
contaminanti
o
di
loro
metaboliti
nella
catena
alimentare.
http://greenchallenge.it/articoli/fitoremediation.pdf
Grazie Beatrice,
RispondiEliminadi questo contributo che amplia ulteriormente il panorama delle biotecnologie ambientali!
Prego prof . Rosati , un piacere , almeno ogni tanto impegnamo il nostro tempo in attività costruttive e utili ! ..
RispondiEliminaBUONE FESTE !!