martedì 31 marzo 2015

FIORI TRANSGENICI: PIU' LONGEVI, PROFUMATI E CHE CAMBIANO COLORE

Il fiore che cambia colore se lo innaffi con la birra

Un'azienda biotecnologica ha creato una petunia transgenica, che da bianca diventa rossa o viola nel giro di 24 ore. La Petunia è una delle piante ornamentali più diffuse sui balconi di mezzo mondo. A determinare il suo successo commerciale sono le generose fioriture primaverili, che spaziano dal bianco candido al viola, includendo un'estesa gamma di altre tonalità. Una startup americana, chiamata Revolution Bioengineering (RevBio), è però andata oltre: attraverso un processo di ingegnerizzazione genetica ha creato una variante del fiore (ribattezzata Petunia Circadia) in grado di cambiare colore in 24 ore. Per innescare il meccanismo bisogna fornire alla pianta un po' di alcol etilico, innaffiandola, ad esempio, con un goccio di birra. 

PIANTA TRANSGENICA. In natura la tinta dei fiori è regolata da pigmenti colorati, denominati antociani (o antocianine). Se una Petunia è bianca, dipende dal fatto che uno degli enzimi coinvolti nella biosintesi delle antocianine non funziona correttamente, bloccando di fatto il processo che "pittura" il fiore. Keira Haven e Nikolai Braun, i due biologi molecolari fondatori di RevBio, hanno studiato a fondo questa via metabolica per creare un organismo geneticamente modificato (OGM): in pratica hanno modificato artificialmente il DNA della pianta (ricombinandolo con dei geni di lievito) per fare  in modo che uno specifico enzima si attivi o disattivi a comando, in modo analogo a quando si schiaccia l'interruttore di una lampadina. Nello specifico, l'enzima si accende dopo che la petunia bianca ha assorbito una soluzione acquosa contenente etanolo: l'alcol (la birra di cui parlavamo è solo una delle declinazioni possibili) mette in moto la catena di montaggio delle antocianine e nel giro di un giorno i fiori diventano, ad esempio, rossi. Il meccanismo, dicono gli scienziati, è reversibile: è sufficiente inumidire il terriccio con acqua liscia per tornare alle condizioni di partenza.

Nuove scoperte scientifiche. Dagli Usa la soluzione per allungare la vita ai fiori recisi.
Fare in modo che i fiori recisi durino più a lungo e si mantengano freschi per molti giorni utilizzando un virus geneticamente modificato (OGM). E’ l’obiettivo del progetto di ricerca dell’Agricultural Research Service (Ars) degli Stati Uniti.   
I ricercatori dell’Ars, coordinati dal fisiologo vegetale Cai-Zhong Jiang, stanno cercando di disattivare i geni dell’invecchiamento delle piante utilizzando il virus della necrosi striata, responsabile di una malattia che colpisce le foglie. La tecnica, chiamata “silenziamento genico indotto da virus”, consiste nell’introdurre nelle piante il virus  allo scopo di attivarne i meccanismi di difesa naturale che portano allo spegnimento del virus stesso e dei suoi geni. Poiché i geni che fanno invecchiare le piante, diventati parte del corredo genetico del virus, vengono disattivati dalla pianta stessa.
Gli esperimenti sono stati condotti sulla petunia viola. La pianta è stata esposta al virus Gm nella quale era stato introdotto il gene che controlla il colore e un frammento di un gene responsabile della produzione dell’etilene, sostanza che causa l’invecchiamento delle piante. Come risultato si sono ottenuti fiori con macchie bianche e con meno etilene rispetto alle piante esposte al virus non modificato. Questa, per i ricercatori, potrebbe essere la prima dimostrazione che la strategia funziona.


Fiori OGM per i profumi del futuro

Fino a poco tempo fa, la domanda che accendeva discussioni tra nasi, critici del profumo, perfume-bloggers, profumieri e consumatori, era sempre la solita: meglio le note di sintesi o quelle naturali?” Grande dilemma. “Meglio la chimica che è più stabile” oppure “meglio le note naturali che sono più sincere, nessuna nota di sintesi potrà mai ricreare perfettamente l’odore della natura”In un futuro molto prossimo, invece, la domanda che ci ritroveremo sulla punta del naso, annusando un profumo, sarà “OGM o naturale?“. 

Nel corso degli ultimi anni, molte varietà di fiori hanno perso il loro profumo per colpa dell’inquinamento e per i cicli di coltivazione ma un team di scienziati della Hebrew University di Gerusalemme, attraverso manipolazioni genetiche, è riuscito ad aumentare di dieci volte il profumo dei fiori. Secondo il prof. Alexander Vainstein, responsabile dell’equipe di ricerca, “Il risultato ottenuto con questa ricerca permetterà la coltivazione di fiori transgenici dotati di un’elevata percentuale di profumo e di estrarne l’aroma senza seguire il ritmo naturale della pianta (*), inoltre consentirà la produzione di nuovi componenti aromatici”. Sempre secondo il prof. Alexander Vainstein, l’utilizzo dei fiori OGM nei prossimi anni rivoluzionerà la produzione e la creazione delle fragranze: l’industria essenziera sarà più propensa ad utilizzare oli essenziali estratti da fiori OGM anziché essenze estratte da coltivazioni naturali o molecole di sintesi perché con i “fiori mutanti” diminuiranno i costi di produzione e la resa della materia prima transgenica sarà maggiore rispetto a quella naturale. Infatti, l’alta concentrazione di aroma dei fiori transgenici, riduce di dieci volte il quantitativo di fiori necessari per l’estrazione della loro componente aromatica. Attualmente sono necessarie 5 tonnellate di petali di rosa damascena per ottenere un chilo di assoluta e una tonnellata di fiori per ottenere 1.5 kg d’assoluta di fiori d’arancio.
La ricerca non finisce qui. La stessa equipe è riuscita ad impiantare un aroma in una varietà di fiori senza profumo
"Sinceramente, questa notizia non mi rende molto felice... Un profumo è una poesia che si scrive sulla pelle, gli odori sono piaceri da godere con il naso. Sapere che la fragranza che indosso è realizzata con fiori transgenici, mi fa passare la voglia di poesia e anche il piacere. Mi chiedo, anche, se il sentore di un fiore manipolato geneticamente riuscirà a commuovermi come l’odore notturno del cespuglio di gelsomini che fiorisce selvaticamente d’estate nel mio giardino" (Simona Savelli, autrice articolo). 

(*) L’intensità e l’emissione del profumo dei fiori sono regolate da diversi fattori come il ciclo circadiano (giorno/notte), le condizioni atmosferiche, l’età del fiore e la specie botanica.

 

LA POLEMICA:

Fiori fotocopia sbocciano nelle provette dei laboratori. Non gelano, non sfioriscono, vivono dappertutto e hanno colori e profumi di altre specie.

La produttivita' ha ucciso gli odori


black bacarat da selezione e incroci tradizionali
Selezione genetica e clonazione hanno ormai creato una flora industrializzata e, come reazione,  il mercato comincia a chiedere prodotti tradizionali.  I fiori che colorano i nostri giardini e riempiono i vasi di casa stanno cambiando connotati. Qualche esempio. Le orchidee. Un tempo le vedevamo solo al cinema... Oggi i fiorai sono invasi di tralci di orchidee bianche (tutte identiche) e possiamo più o meno permettercele tutti.  Le viole del pensiero. Erano piccole,  delicate e viola. Oggi sono sempre più grandi.  I ciclamini. Negli ultimi inverni hanno fatto capolino in modo sempre più massiccio da balconi e davanzali di città come Milano. Si trapiantano a settembre e fioriscono fino a aprile, noncuranti che la temperatura passi da sotto zero a +23-24 gradi. I garofani. Dopo anni di oblio, ne sono ricomparsi diversi: piccoli come bottoni, durano a lungo in vaso, senza spampanarsi. Le rose. Sono diventate di moda quelle nere, o quasi. E non hanno profumo. Mentre invece sono pressoché sparite quelle di giardino, profumatissime. «La floricoltura è un' industria. I fiori oggi sono coltivati dai vivaisti in modo più intensivo del grano, per soddisfare le esigenze di mercato», ammette Andrea Allavena, dell'Istituto sperimentale per la floricoltura di San Remo. «Da una parte, i consumatori, tendono ad affezionarsi a un certo tipo di rose, di margherite, di tulipani e vogliono ritrovarli identici sul mercato - continua lo specialista -, dall'altra gli agricoltori, che applicano tecniche intensive, richiedono piante che fioriscono contemporaneamente per raccoglierle tutte insieme». Selezione genetica per la produzione di varietà migliorate e clonazione in laboratorio, sono alla base della floricoltura moderna che permette la riproduzione all'infinito di piante identiche in tempi rapidissimi. L'ingegneria genetica invece non c' entra. «In Europa oggi non si coltivano fiori transgenici come accade, seppure ancora in rari casi, in Australia, Giappone, Stati Uniti. E nemmeno si importano», afferma Allavena. Tuttavia, le ricerche transgeniche, in corso in tutto il mondo, stanno riprendendo, in serra, anche in Italia. All'Istituto sperimentale di San Remo sono nate piante nane geneticamente modificate di margheritone da appartamento. Il mercato però non le ha ancora accolte. 
Roberta Salvadori. DOMANDE E RISPOSTE  
"Le rose «nere» appena comparse sul mercato sono transgeniche"? No. La Black Bacarat, questo è il nome della rosa, detta nera ma in realtà di un rosso scurissimo, è una varietà ottenuta con incroci e selezione tradizionali. 
"Come sono ottenute le rose bluastre in vendita dai fiorai"? In realtà si tratta di rose bianche che i floricoltori immergono in acqua colorata con un colorante blu (anilina) che viene assorbito da fiori, steli e foglie che diventano anch' esse bluastre. 
"Come ma i ciclamini durano tutto l' inverno all'aperto anche se la temperatura va sotto zero"? I ciclamini in genere sono piante che si adattano bene al freddo. Le varietà più resistenti al gelo sono il risultato di selezioni genetiche tradizionali. 
"Perché a volte i fiori recisi del fioraio restano belli tanto a lungo"? Possono essere trattati con sostanze conservanti perché durino di più. Spesso si tratta di sali d' argento diluiti nell'acqua in cui sono immersi gli steli.

2 commenti:

  1. Bel post Nicole.

    Così scopriamo i segreti dei fiori transgenici!

    RispondiElimina
  2. Grazie Prof.!
    Ormai la biotecnologia è ovunque.

    RispondiElimina