martedì 31 marzo 2015

Green Biotech : FITORIMEDIAZIONE

Cosa è la Fitorimediazione? 

La Fitorimediazione (LINK) è un processo biologico che, attraverso l'attività di organismi vegetali, rimuove gli inquinanti dal suolo, dai sedimenti e dalle acque.

da: http://www.corriere.it/Primo_Piano/ambiente/2012/05/28/pop_fito.shtml
Quali sostanze inquinanti rimuove la fitorimediazione?

Le sostanze che inquinano l'ambiente e contaminano il suolo sono composti organici ed inorganici, metalli pesanti quali piombo, cadmio, nickel, zinco e sostanze prodotte sinteticamente come le xenobiotiche. Le
 piante
 promuovono
 una
 grande
 varietà
 di
 processi
 biologici
 che
 vengono
 sfruttati
 per
 la
 bonifica
 di
 aree
 inquinate:

  • estrazione dei metalli e delle sostanze organiche dal suolo
  • accumulo e trasformazione dei composti per mezzo di: lignificazione, volatilizzazione, metabolizzazione e mineralizzazione
  • utilizzo di enzimi per scindere sostanze complesse in composti più semplici.
 Quali piante vengono impiegate ? 
Le piante che vengono utilizzate nei trattamenti della Fitorimediazione hanno particolari caratteristiche ovvero resistono alle alte concentrazioni di composti organici ed inorganici e ai metalli; esse sono capaci di assorbire tali inquinanti e trasformarli in altri composti meno tossici, e in alcuni casi riescono a degradarli completamente grazie al rilascio da parte delle piante di "essudati radicali", enzimi
 e
 composti
 chimici
 del
 carbonio;
 essi stimolano
 la
 degradazione
 dei
 composti
 organici
 nella
 rizosfera
 (porzione
 di
 sottosuolo
 in
 prossimità
 dell’apparato
 radicale).
 In
 altre
 parole,
 le
 sostanze
 rilasciate
 dalle 
radici
 delle
 piante
 facilitano
 e
 potenziano
 l’attività
 di
 degradazione
 svolta
 dai
 microrganismi
 presenti
 nella
 rizosfera.

Le specie di piante maggiormente utilizzate nei trattamenti della Fitorimediazione sono





• Alberi da Pioppo: fungono da "pompe naturali" in quanto assorbono i pesticidi ed erbicidi tossici dalle falde acquifere.






• Tra i pioppi, le specie più adatte sono Populus deltoides e Populus trichocarpa.




Tipologie di Fitorimediazione 

La Rizodegradazione è applicabile
 nel
 caso
 di
 contaminanti
 organici 
e
 di 
idrocarburi
 petroliferi.


Nel
 processo
 di
 Fitostabilizzazione,
 l'immobilizzazione dei contaminanti ne
 impedisce
 la
 migrazione
 nelle
 acque
 sotterranee
 o
 l’ingresso
 nella
 catena
 alimentare.

Con
 la
 Fitoaccumulazione
 gli
 inquinanti
 non
 vengono
 distrutti
 ma si
 accumulano 
nei
 tessuti
 della
 pianta.
 Questo
 metodo
 è
 utilizzato
 prevalentemente
 nel
 caso
 di
 contaminazioni
 da
 metalli
 pesanti.

Vi sono alcuni fattori che influenzano l'attività dei vegetali impiegati in quanto devono trovarsi in un terreno con le condizioni adatte; questi fattori sono: il pH  e la tessitura del terreno, la concentrazione di sodio, la potenza di irrigazione.

Quali i limiti?
Uno
 dei 
limiti
 della
 fitorimediazione
 è
 la
 necessità
 di
 tempi
 molto
 lunghi
 per
 la
 realizzazione
 e
 il completamento
 del
 processo.
 Infatti
 per
 ottenere
 una
 significativa
 riduzione
 dei
 livelli
 di
 concentrazione
 delle
 sostanze
 contaminanti
 occorrono
 tempi
 estremamente
 lunghi,
 variabili
 dall’ordine
 dei 
mesi
 fino 
alle 
decine 
di
 anni. L'efficacia dà però eccellenti risultati in quanto la fitorimediazione è adatta anche laddove ci sono alti livelli di contaminazione.
Un altro limite è la
 potenziale
 introduzione
 di 
sostanze 
contaminanti
 o
 di
 loro 
metaboliti 
nella 
catena 
alimentare.

http://greenchallenge.it/articoli/fitoremediation.pdf

2 commenti:

  1. Grazie Beatrice,
    di questo contributo che amplia ulteriormente il panorama delle biotecnologie ambientali!

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  2. Prego prof . Rosati , un piacere , almeno ogni tanto impegnamo il nostro tempo in attività costruttive e utili ! ..
    BUONE FESTE !!

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