martedì 31 marzo 2015

BIOTECNOLOGIE IN AGRICOLTURA

Le biotecnologie rappresentano un metodo in più a disposizione dell’agricoltura: esse rendono possibile l’inserimento nelle piante di specifici geni, anche provenienti da specie assai diverse, la cui funzione è nota, affinché questi vengano espressi ed ereditati nelle generazioni successive. Il miglioramento genetico quindi non è altro che un sistema per ottimizzare la selezione naturale. Le tecniche biotecnologiche applicate in agricoltura stanno portando alla “costruzione in laboratorio” di nuovi alimenti i cosiddetti “cibi transgenici”; questi ultimi si presentano come cibi migliorati dal punto di vista della durata, del gusto, del valore nutritivo (più vitamine, sali minerali, meno colesterolo, meno grassi, ecc.), che potrebbero potenzialmente risolvere le piaghe che affliggono i paesi sottosviluppati. Le piante transgeniche sono quelle in cui è stato introdotto un gene estraneo che può provenire dalla propria specie o da altre specie. I pomodori, come le mele, le banane e molti altri frutti, continuano a maturare anche dopo la raccolta. Gradualmente cambiano colore, consistenza, sapore, fino a diventare immangiabili e marcire. L’intero processo avviene per azione dell’etilene il quale è contenuto in un ormone della crescita e innesca quelle reazioni interne di maturazione che degradano le pareti cellulari della frutta e le espongono agli agenti esterni. La soluzione biotecnologica a questo problema è molto semplice: inibire tramite alcuni geni la produzione di etilene nelle piante, rallentando drasticamente la maturazione dei frutti. Vediamo allora nel dettaglio come avvengono questi “trasferimenti di geni”. La tecnica più diffusa per introdurre geni nel nucleo delle cellule vegetali, si basa sulla capacità di un batterio, l’Agrobacterium tumefaciens, di trasferire parte del proprio patrimonio genetico alle piante che infetta. Questo parassita attacca le radici e introduce nelle cellule un plasmide1 che induce la formazione di un tumore, il “callo del colletto”. Il plasmide si comporta nella cellula vegetale come un disco di programma in un computer, obbligando la pianta a produrre tutto che è codificato nella propria sequenza di acido nucleico, a seguito di un’integrazione dell’informazione che è permanente. Manipolando il DNA del batterio, in modo da eliminare i geni che provocano la malattia nella pianta e sostituendoli con geni portatori dell’informazione genetica che si desidera trasmettere alla stessa, si ottiene una pianta con le caratteristiche desiderate. Secondo molti ambientalisti il rilascio in natura di organismi geneticamente modificati è pericoloso, perché è impossibile valutare in laboratorio l’interazione tra il nuovo essere e l’ambiente. I rischi riguardano la comparsa di “supererbacce” e di “superparassiti” , la nascita di nuovi ceppi di virus pericolosi o di malattie resistenti agli antibiotici, l’estinzione di specie naturali, il diffondersi di allergie ai nuovi cibi. Greenpeace afferma: “Gli organismi viventi si riproducono e si diffondono ma non possono essere revocati, rilasciatene uno sbagliato nell’ambiente e il disastro sarà irreparabile”. La modificazione genetica degli organismi in sé non è né buona né cattiva: dipende solo dall’uso che se ne vuole fare. Se ci sarà un approccio onesto e rispettoso verso chi dovrà usufruirne, ci potranno essere benefici per tutti.

1 commento:

  1. Caro Marco,
    grazie del tuo tentativo. In relazione alle consegne, esplicitate nel compito (ti invito a rileggerlo con attenzione), devo però fare queste osservazioni:
    -i temi e le osservazioni ad essi relativi, sono già stati ampiamente trattati da altri membri della comunità (dall'Agrobacterium tumefaciens del post di Francesca Zangari, all'etilene che fa "invecchiare" le piante e quindi maturare i frutti del post di Nicole Piccoli, ai cibi trangenici di vari altri interventi;
    -il post è completamente privo di figure, link (riferimenti alle fonte da cui hai preso le informazioni), etichette.
    Ti sarei grata quindi se, alla luce di queste osservazioni, rielaborassi il tuo post :-)

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