venerdì 13 marzo 2015

INTRODUZIONE



Carissimi,

in conclusione del vostro corso di studi ad indirizzo biotecnologico, è utile dare uno sguardo oltre il percorso scolastico, verso quelle che sono applicazioni innovative e di frontiera delle biotecnologie.

Ciò al fine di acquisire una maggiore consapevolezza delle numerose potenzialità di questo profilo professionale e magari ispirare e orientare le vostre scelte imminenti e future. 

L'obiettivo che mi piacerebbe raggiungere, con la vostra collaborazione, è in una prima fase la raccolta di materiali e successivamente la creazione di un dibattito per cercare di capire la portata dell'impatto di queste biotecnologie sulla società.


Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Milano-In basso all'interno: Tribuna del Bramante

Leggo ad esempio, su "Le Scienze" di febbraio, dell'impiego di batteri per la rimozione di incrostazioni di solfato di calcio (macchie nere) dalla superficie dei monumenti. "I batteri respirano solfato come noi respiriamo ossigeno e quindi, una volta applicato il bioformulato cominciano a destrutturare le croste che possono essere lavate via facilmente". Il prodotto è rispettoso della "pietra", agendo selettivamente sulle croste, come hanno dimostrato i test su diverse opere d'arte quali la Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Milano (in cui è custodita l'Ultima cena di Leonardo da Vinci) e la Cattedrale di Matera. Si tratta di batteri che vivono in terreni ricchi di zolfo, non pericolosi per uomo e ambiente, che a contatto con O2 e privati di solfato muoiono e quindi non c'è il rischio di proliferazione. E' un bell'esempio di uso di biotecnologie a servizio dell'ARTE. Annalisa Balloi, laureata in biologia presso l'Università di Cagliari, ha creato intorno a questo progetto uno spin-off universitario Micro4yoU, in collaborazione con l'Università di Milano, dimostrando che puntando sui batteri si può entrare con successo nel mercato.

Cattedrale di Matera- Foto di Luciano Vettorato

Già da qualche tempo, batteri sono usati con successo anche nella produzione di biocarburanti. Ad esempio, il gruppo di Clementina Dellomonaco ("Nature" agosto 2011), ha ingegnerizzato batteri capaci di produrli sfruttando la condensazione tra intermedi della beta-ossidazione degli acidi grassi. E' un'applicazione interessante perché, non solo potrebbe diminuire la dipendenza energetica dai paesi produttori di petrolio, ma potrebbe diminuire anche gli svantaggi dei biocarburanti tradizionali, spesso ottenuti da colture che richiedono ingenti quantità d'acqua per l'irrigazione dei campi. Inoltre, perfezionando il processo con la selezione delle molecole più adatte (a più alto potere calorifico), potrebbe migliorare il rendimento energetico di questi combustibili, tuttora svantaggioso rispetto ai combustibili fossili. Per una rapida idea su vantaggi e svantaggi dei biocombustibili esplora questa pagina (link).

E ancora, piante con cloroplasti geneticamente modificati, producono un RNA a doppio filamento che disattiva alcuni geni indispensabili alla vita di un coleottero infestante (dorifera), resistente a tutti gli insetticidi noti. In questo caso le biotecnologie sono impiegate per proteggere le piante dai parassiti (newsletter di "Le Scienze" di marzo 2015). 

dorifera

Lentivirus sono usati come vettori del gene corretto nella terapia genica dell'emofilia, sperimentata con successo, per ora, negli animali. Questi virus, poco presenti nell'uomo, sfuggono al sistema immunitario umano più facilmente degli adenovirus che invece spesso soccombono, ostacolando l'efficacia a lungo termine della terapia genica. E' un esempio di biotecnologie a servizio della salute umana (newsletter di "Le Scienze" di marzo 2015).

Ma un batterio ingegnerizzato può sfuggire al controllo dell'uomo?
"Enzimi artificiali per la sicurezza delle biotecnologie. Una modifica artificiale del genoma di Escherichia-coli rende il batterio dipendente da un enzima di sintesi, che non si trova nell'ambiente naturale. Questo nuovo approccio, ottenuto da due distinti studi pubblicati su “Nature”, garantirebbe un confinamento efficace di molte applicazioni biotecnologiche, come la produzione di farmaci o carburanti, perché la morte dell'organismo è praticamente certa al di fuori delle condizioni controllate del laboratorio". Da newsletter di "Le Scienze" di gennaio 2015.
Insomma le tecnologie sembrano sempre più promettenti e sicure.
La parola passa a voi.
Buon lavoro!

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